Il Quantitative Tightening (QT) della Bce e gli effetti sui prezzi dei titoli di stato dell’eurozona

Angelo Capriati Finanza Leave a Comment

Nella riunione del 15 dicembre BCE ha annunciato di avviare da marzo 2023 il Quantitative Tightening

Oltre a tassi di interesse più elevati per domare un’inflazione troppo elevata, anche a rischio di una recessione in Eurozona, Lagarde ha spiegato che si proseguirà con l’avvio della vendita dell’ingente portafoglio di titoli governativi europei acquistati negli ultimi anni per dare liquidità al sistema .

Pur con un ritmo “misurato e prevedibile”, la Banca centrale europea è pronta ad attuare una delle principali linee di intervento monetario quella verso cui gli economisti ripongono maggiore fiducia ovvero ridurre il portafoglio di asset, e proseguire con una politica monetaria restrittiva sul fronte dell’acquisto di titoli di Stato dei Paesi dell’Eurozona.

E’ evidente quindi come attraverso queste operazioni di assorbimento di liquidità dal sistema unitamente ai rialzi dei tassi di interesse Lagarde dispiega la più classica delle politiche monetarie restrittive e questo perché i prezzi sono in corsa a ritmo veloce e in maniera duratura.

In sostanza con il Quantitative Tightening  BCE riduce asset di debito facenti parte del portafoglio della banca centrale ovvero decide di non reinvestire i bond posseduti e giunti a scadenza o di vendere quelli che ha . In questo modo la circolazione di moneta diminuisce frenando la liquidità di mercato

Nel documento ufficiale Bce della riunione del 15 dicembre si legge che: dall’inizio di marzo 2023 in poi, il portafoglio del programma di acquisto di attività (APP) diminuirà a un ritmo misurato e prevedibile, poiché l’Eurosistema non reinvestirà tutti i pagamenti di capitale da titoli in scadenza.

Il calo ammonterà in media a 15 miliardi di euro al mese fino alla fine del secondo trimestre del 2023 e il suo ritmo successivo sarà determinato nel tempo.

Nella riunione di febbraio 2023 verranno dati ulteriori dettagli su come verranno ridotte le partecipazioni Bce nei titoli di Stato.

Il QT impatta principalmente sul mercato obbligazionario.

 In sostanza, con il Quantitative Tightening viene a mancare il compratore Bce, che aveva acquistato debito di Stati e società per mettere in circolazione moneta in momenti di crisi e, in questo modo, spingere i prezzi dei bond.

Senza gli acquisti della banca centrale, i Governi dovranno affidarsi unicamente al mercato per le vendita delle obbligazioni.

Essendoci meno domanda, con la Bce che non reinveste in bond o addirittura vende bond , i prezzi dei titoli di Stato si abbassano e crescono i rendimenti.

Quest’ultimi altro non sono che gli interessi pagati da chi emette il debito.

In definitiva, con il QT gli oneri sul debito costeranno di più per gli Stati e gli spread rischiano di salire. Le nazioni più indebitate, come l’Italia, sono minacciate più di altre da questo meccanismo.

Tutto il contrario, quindi, del Quantitative Easing che ha permesso alla Bce di comprare debito societario e sovrano e immettere liquidità nel mercato in un periodo di crisi.

Così facendo, i titoli di Stato avevano domanda, vedevano aumentare i prezzi e calare i rendimenti.

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